Queen Cutley, un pezzo di storia americana

Da noi è poco conosciuto, ma Queen Cutlery è il più antico produttore di coltelli degli Stati Uniti, dove portare con sé un coltello è un’abitudine inveterata e la concorrenza sforna ogni anno centinaia di nuovi prodotti. Il segreto di una storia così lunga? La qualità

Queen Cutlery, la Casa che ha la storia più lunga tra tutta la coltelleria americana, è un marchio poco noto in Europa, ma che negli Usa ha fatto la storia del coltello chiudibile, quello da tenere in tasca, dei pantaloni o della giacca, e da estrarre con un gesto quasi solenne per usarlo quando serve, magari al momento di una colazione al sacco. Quello da aprire con entrambe le mani, perché il coltello di qualità esige rispetto e, se rispettato, durerà una vita intera. E anche di più.

La lunga vita di Queen Cutlery

Che con la necessaria manutenzione – dovuta in questo caso, trattandosi di acciaio al carbonio – possa durare più di 100 anni ed essere ancora in uso, è dimostrato: il coltello ultracentenario che vedete in foto era in tasca di un frequentatore di uno Shot Show incontrato allo stand del produttore (la foto è stata scattata in fiera). I coltelli di Queen Cutlery si distinguono a orecchio, per quel “walk & talk” che si riferisce ai due diversi suoni emessi dal coltello: uno in apertura, quando il dispiegamento della lama fa scattare contro il tallone la molla che era stata leggermente estroflessa mentre la lama ruotava; il secondo in chiusura, ed è lo scatto della molla contro l’estremità del tallone, che denota il ripiegamento completo della lama all’interno del manico.

Il “walk & talk”, secondo un reputato coltellinaio custom come Jess Horn, è l’elemento riconoscibile più difficile da ottenere ed è quello che distingue un buon coltello. Queen Cutlery opera da 120 anni a Titusville, dopo essere stata dal 1895 al 1902 a Gowanda, nello stato di New York, paese natale di uno dei due fondatori.

Ai quali decise di rendere omaggio a partire dal 1991, riprendendo il marchio Schatt & Morgan per alcune serie specifiche dei propri coltelli, proposti in una confezione che riproduce le stesse scatole in uso quasi un secolo prima. Nell’ambiente della coltelleria industriale americana, per riuscire a essere sul mercato per un tempo così lungo occorre davvero avere qualcosa in più. In azienda ce l’hanno, perché un’eredità di questa portata è ben nota ai lavoratori che vi operano e sono orgogliosi di portare avanti un’indiscussa tradizione di qualità.

Il Queen City n.71

Loro dicono che non potrebbero lavorare diversamente: hanno imparato a fare coltelli dai loro predecessori, con la trasmissione della conoscenza da maestro ad allievo e non li sanno fare in un altro modo. Il risultato è che maneggiare un coltello Queen Cutlery dà la stessa sensazione che si ha guidando una Mercedes o scattando foto con una Leicaflex o con una Nikon F2: c’è sostanza. Quella stessa sostanza che troviamo nel coltello che vedete.

È il Queen City n.71, aggiustato e montato a mano come tutta la produzione dell’azienda. Per essere un coltello chiudibile ha dimensioni importanti, con una lunghezza, chiuso, di 125 mm: non è un temperino ma un vero coltello. La lama è in acciaio al carbonio, ancor oggi un materiale eccellente per la coltelleria, che richiede una corretta e costante manutenzione; quest’ultima testimonia dell’importanza che si dà all’oggetto. È un coltello ferrato, con bolster importanti e con un inserto sul manico per farvi incidere le proprie iniziali.

Le guancette del manico sono in Jigged bone, materiale già usato da Jess Horn per i propri Remington Knives. Benché difficilmente la stagionatura di queste guancette non raggiunga i 100 anni di quelle di Horn, si tratta di materiale ben stagionato e stabilizzato. Non si può dire che questo coltello riproponga temi classici, al più è un’autocitazione perché è stata proprio Queen Cutlery a creare i modelli di riferimento.

Il segreto della longevità di Queen Cutlery, unitamente alla tradizione e al modo di formare i dipendenti, sta nel fatto che i dirigenti sono tutti cacciatori. I coltelli, quindi, sono provati sul campo proprio da coloro che devono decidere se metterli in produzione, cassarli o modificarli. Quando le decisioni provengono dall’esperienza diretta, difficilmente sono sbagliate o improvvide, e questo coltello lo dimostra.

Coltelli cover 114L’articolo è pubblicato nel numero 114 di Coltellilo trovi in edicola a 7,90 euro oppure, in versione digitale a 3,99 euro, nello shop di Editoriale C&C (qui anche in versione cartacea come arretrato a 12 euro).

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