Spyderco HatchetHawk – Non voglio combattere

La gran parte dei tomahawk moderni ha una natura strettamente bellicosa, resa evidente dalle scelte costruttive e dal design, che in caso vengano utilizzati come utensili li porta a incastrarsi, o comunque a non offrire prestazioni ottimali. Lo Spyderco HatchetHawk di queste pagine fa eccezione, perché è stato sviluppato per essere versatile, condensando il meglio di illustri antenati.

Nel vastissimo catalogo 2019 Spyderco , ci sono anche due tomahawk: il Warrior Hawk, disegnato da Laci Szabo, e il Genzow HatchetHawk. Durante l’ultimo Culter Expo a Novegro, abbiamo visto il secondo allo stand di Maxblade (www.maxblade.it), e ce lo siamo immediatamente fatto prestare.

Il prezzo è importante, ma ciò che riceviamo in cambio è all’altezza: l’attrezzo ci viene consegnato in una grande custodia imbottita, in tessuto sintetico nero, chiusa da una cerniera e abbellita dal logo del ragno, ricamato in oro. All’interno troviamo l’HatchetHawk, con il filo coperto da una protezione in gomma, e il suo fodero in spesso cuoio marrone scuro. Quest’ultimo è talmente ben fatto che merita di soffermarvisi per un istante: il pellame è spesso, profumato, cucito con cura usando un filo chiaro, che crea un raffinato contrasto. Copre solamente la parte tagliente, lasciando il resto della testa visibile, trattenendo il manico mediante un lacciolo chiuso da un bottone automatico. Oltre a un passante per il porto in cintura è dotato anche di due occhielli metallici, a cui è possibile agganciare una tracolla.

Martin Genzow è un appassionato di outdoor, appassionato utilizzatore di asce, accette e scuri, di cui è anche uno studioso. Il suo Spyderco HatchetHawk è un ibrido, ottimamente riuscito, che unisce le caratteristiche salienti della Francisca (o Francesca), arma distintiva dei Franchi, della classica ascia barbuta, e del tomahawk.

La caratteristica più interessante di questa sua collaborazione con Spyderco è certamente la costruzione: a differenza della gran parte dei tomahawk moderni non è full tang, cioè con manico e lama in un unico pezzo tagliato da una lastra di spessore costante, come accade per i coltelli.
Al contrario, monta una tradizionale testa forgiata in acciaio da utensili AISI 5160, materiale con una buona resistenza all’usura e, soprattutto, una straordinaria robustezza, che lo rende ideale per un utensile normalmente sottoposto a impatti.

Il martello posteriore, oltre a fungere come tale tornando utile per picchettare una tenda, migliora il bilanciamento e risulta molto più semplice da gestire rispetto alle punte presenti altrove. E’ finita a mano, facendo attenzione a lasciarle un sapore rustico, e il filo è inclinato, per rendere al meglio nei lavori di taglio, che si tratti di chopping o di intagli di precisione. Sì, perché come anticipato in apertura, questo utensile non è relegato al combattimento come quelli a tutto codolo, e può dire la sua in ambito escursionistico: quando la lama affonda nel legno, non viene bloccata dal contatto fra questo e delle guancette, più sporgenti, che ne compongono l’impugnatura.

Infatti qui il manico passa all’interno della testa. E’ in polipropilene, stampato su un anima rigida in alluminio, con sezione ovale e un profilo studiato per assicurare il pieno controllo e la massima cessione d’energia. Al termine dell’impugnatura è possibile intravvedere la struttura metallica interna, che spunta appena all’interno del foro per il cordino. Sul dorso, poco sotto il ferro, c’è un vistoso testimone di stampaggio, decisamente fuori luogo su un attrezzo di questo prezzo: fortunatamente basta un taglierino o un bisturi per eliminarlo rapidamente.

Specifiche

  • Produttore: Spyderco
  • Web: www.spyderco.com
  • Modello: Genzow HatchetHawk
  • Designer: Martin Genzow
  • Materiale lama: AISI 5160
  • Materiale manico: alluminio e polipropilene
  • Lunghezza totale: 400 mm
  • Lunghezza tagliente: 75 mm
  • Peso: 770 g
  • Fodero: cuoio
  • Prezzi indicativi: 269,00 euro (in Italia)
  • Pro: anche per l’outdoor
  • Contro: prezzo importante

Spyderco HatchetHawk

1- La collaborazione tra Martin Genzow e Spyderco ha dato vita a un ibrido, che riunisce le caratteristiche salienti della Francisca, della classica ascia barbuta, e del tomahawk. Grazie alla metodologia costruttiva adottata, nell’impiego outdoor supera molti prodotti concorrenti.

Spyderco HatchetHawk - manico

2- Al termine del manico c’è un foro passante, all’interno del quale fa capolino la struttura portante in alluminio, su cui è stampata l’impugnatura in polipropilene: un modo per coniugare leggerezza e robustezza.

Spyderco HatchetHawk - testa

3- La testa è in AISI 5160 forgiato. Il filo è inclinato per lavorare al meglio, e la parte posteriore ha un profilo a martello, assai più utile e meno pericoloso rispetto alle punte che si trovano su altri modelli, almeno finché si parla di uso escursionistico.

Spyderco HatchetHawk - fodero

4- Il fodero è sicuro e molto ben fatto, e trattiene l’HatchetHawk grazie a un lacciolo con bottone automatico. Si noti il foro realizzato sulla lama, dettaglio comune a tutti i prodotti Spyderco, derivato da quello che ha fatto la fortuna dei chiudibili del marchio.

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